Onorevoli Colleghi! - Il mondo della pizzeria in Italia rappresenta il 50 per cento del fatturato della ristorazione classica.
      Le pizzerie, i ristoranti-pizzeria, le pizzerie d'asporto, a taglio e a domicilio sono circa 48.000 con 100.000 pizzaioli e con 400.000 altre unità lavorative suddivise tra camerieri, cuochi, lavapiatti e così via.
      Ogni esercizio di pizzeria produce in media 80 pizze al giorno, quindi 4 milioni di pizze sono consumate quotidianamente in Italia presso le pizzerie.
      In 300 giorni lavorativi le pizzerie producono oltre un miliardo di pizze.
      La rivista «Pizza e Pasta Italiana» ha deciso nel 2006 di raccogliere l'insoddisfazione, e insieme la volontà, di tutti i pizzaioli italiani di conseguire il riconoscimento ufficiale della qualifica di pizzaiolo quale attività professionale prevista dall'ordinamento nazionale.
      Attualmente, infatti, la qualifica di «pizzaiolo», a livello nazionale, non esiste.
      Il pizzaiolo oggi è, di fatto, un «lavoratore fantasma», privo di titoli giuridicamente efficaci dal punto di vista professionale, anche se nei fatti soddisfa i requisiti professionali di un operatore particolarmente specializzato, in grado di svolgere attività dirette alla preparazione di pizze, calzoni e focacce presso pizzerie e ristoranti.
      L'attività di pizzaiolo oggi è svolta come dipendente o come titolare di pizzerie e di ristoranti. In tale senso il pizzaiolo può occuparsi di tutte le fasi della lavorazione della pizza: impastare farina e acqua preparando la pasta, seguire la lievitazione, spianare la pasta e aggiungere pomodoro e altri condimenti sulla base delle ordinazioni dei clienti, introdurre la pizza nel forno e seguirne la cottura; provvedere alla pulizia dell'ambiente di lavoro, rispettando

 

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le norme igienico-sanitarie; immagazzinare, verificare la disponibilità e ordinare le materie prime.
      Il pizzaiolo opera prevalentemente in una zona apposita della pizzeria, dotata di banco e di forno, normalmente al di fuori dei normali orari di lavoro.
      Per lo svolgimento delle sue operazioni il pizzaiolo utilizza specifiche apparecchiature per produrre e conservare la pasta e per spianare la pizza.
      Per svolgere l'attività di pizzaiolo sono inoltre richieste capacità di organizzazione, di pianificazione e capacità di lavorare in squadra, nonché rapidità, attenzione all'igiene e buona manualità.
      Partendo da questo dato di fatto la citata rivista «Pizza e Pasta Italiana» ha riunito a Salsomaggiore Terme durante il 16o campionato mondiale della pizza, le associazioni di pizzaioli operanti sul territorio nazionale, che hanno costituito il «Comitato italiano pizzaioli» con il solo scopo di ottenere il riconoscimento della professione di pizzaiolo.
      L'atto costitutivo è stato depositato presso l'ufficio dell'Agenzia delle entrate di Fidenza il 4 aprile 2006 con il numero 1173, serie 3.
      Le associazioni firmatarie erano sette e ad esse si è aggiunta ultimamente l'Associazione Regina Margherita di Napoli. Il Comitato è fermamente impegnato per ottenere questo riconoscimento e chiede al Parlamento di provvedere ad approvare una legge in materia.
      Con la presente proposta di legge intendiamo colmare il vuoto legislativo esistente in questa materia, allo scopo introducendo nel quadro normativo italiano la qualifica di pizzaiolo.
      La proposta di legge, nel definire i princìpi fondamentali di disciplina dell'attività professionale di pizzaiolo, stabilisce un complesso di disposizioni che si riconducono al dettato costituzionale introdotto a seguito della revisione della parte seconda della Costituzione, e, in particolare, al disposto dell'articolo 117, terzo comma.
      Il provvedimento prevede che per ottenere la qualifica di pizzaiolo ed esercitarne l'attività occorra conseguire una pertinente «abilitazione professionale», previo superamento di uno specifico esame tecnico-pratico. Il percorso formativo prevede appositi corsi di qualificazione e di specializzazione professionali, nonché periodi di inserimento lavorativo qualificato in imprese di pizzeria, valorizzando le esperienze professionali svolte in azienda e riconoscendo, in tale ottica, il ruolo didattico proprio delle imprese qualificate del settore.
      Per l'esercizio dell'attività di pizzaiolo, ai sensi della presente proposta di legge, è necessaria l'autorizzazione concessa con provvedimento del comune, previo accertamento del possesso dell'abilitazione professionale e in osservanza delle vigenti norme sanitarie.
      In conformità ai princìpi previsti dell'articolo 117, terzo comma, della Costituzione, e a quanto stabilito per le discipline dell'attività di acconciatore dalla legge n. 174 del 2005, oltre alla definizione dei contenuti tecnico-culturali ai fini dell'abilitazione professionale, è prevista l'azione normativa delle regioni che possono adottare provvedimenti miranti a favorire lo sviluppo del settore, in funzione del conseguimento delle seguenti finalità:

          a) valorizzare la funzione di servizio delle imprese di pizzeria;

          b) favorire un equilibrato sviluppo del settore che assicuri una migliore qualità dei servizi per il consumatore;

          c) promuovere la regolamentazione relativa ai requisiti di sicurezza e alle condizioni sanitarie per gli addetti;

          d) garantire condizioni omogenee di accesso al mercato e di esercizio dell'attività per le imprese operanti nel settore.

      Per quanto esposto, riteniamo importante approvare la nuova legge sul riconoscimento della qualifica di pizzaiolo e sulla disciplina della relativa attività. Tale provvedimento potrà rappresentare un'ulteriore occasione di sviluppo per il mondo delle pizzerie e per mettere ordine normativo nel più ampio contesto economico-professionale del nostro Paese.

 

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